La schiena: così si elimina il dolore

La schiena: così si elimina il dolore

La colonna vertebrale o spina dorsale è l’architettura che ci permette di ergerci eretti. È costituita da 33 vertebre che si articolano una sull’altra: dall’alto in basso sono 7 le vertebre cervicali, 12 le toraciche (o dorsali), 5 quelle lombari, 5 le sacrali e 4 le coccigee. Le ultime 9 nell’adulto sono in genere fuse tra loro mentre le restanti 24 sono mobili e ammortizzate una con l’altra grazie a particolari cuscinetti cartilaginei chiamati dischi invertebrali.

Intorno alle vertebre vi sono robusti legamenti con forti e grandi masse muscolari tanto da formare un’ampia superficie che, dal collo al sacro, viene chiamata schiena. Fondamentali sono le  quattro “curve” della spina dorsale responsabili dell’elasticità e della solidità della colonna stessa.

Studi di ingegneria applicati al corpo umano hanno dimostrato che se una spina dorsale si presentasse in linea retta sarebbe diciassette volte meno robusta e mobile del normale. La stabilità dell’intero corpo, il sostegno della testa e delle spalle, la forma del torace, la protezione del midollo spinale, la capacità di assorbire carichi e forze esterne, sono tutte funzioni della colonna vertebrale. 

Come riconosciamo i sintomi?


L
a lombalgia è il mal di schiena più frequente e colpisce il 90% di casi. Nella forma acuta il dolore si manifesta in seguito all’improvviso movimento di flessione anteriore del tronco, per esempio nell’atto di sollevare un peso da terra. Chi ne è colpito racconta di percepire una forte sensazione di  “strappo” seguita da un bruciore violento al blocco lombare che impedisce qualsiasi tentativo di raddrizzare la colonna vertebrale.

Un altro sintomo che accompagna la lombalgia è la sensazione di “essere storti”. Le persone che soffrono di lombalgia, guardandosi allo specchio riferiscono di percepire la propria immagine “pendente” da un lato. La ragione di tutto ciò è data da una reazione naturale di difesa della muscolatura della schiena che tende a proteggere la parte dolente da ulteriori sollecitazioni contraendosi.

 

Il consiglio: corri a piedi nudi


Alcuni ricercatori della University of Virginia di Charlottesville, negli Usa, hanno testato alcuni corridori. I volontari hanno corso su un tapis-roulant a piedi nudi, altri lo hanno fatto con scarpe da ginnastica. Al termine dell’esperimento è emerso che le calzature, nonostante forniscano un buon supporto al piede, aumentano le sollecitazioni sulle articolazioni in modo significativo.

Quali esercizi fare?

Ecco 3 esercizi da eseguire regolarmente, una volta al giorno.

  • In piedi, appoggiati a una parete, fare aderire bene la colonna lombare alla parete stessa, quasi a volerla appiattire.
  • Seduti e con le mani appoggiate sulle ginocchia eseguire dei movimenti di lenta flessione in avanti della testa e del collo (mentre il busto rimane fermo), per stirare i muscoli del dorso.
  • Sdraiati, con le braccia aperte e le ginocchia alte, ruotare il bacino abbassando le gambe unite e piegate da un lato e poi dall’altro.

 

Come mantenerla in salute?

Per proteggere la schiena dai dolori acuti e cronici, è necessario individuare e correggere i difetti legati alla postura che inconsapevolmente si adottano. I soggetti maggiormente a rischio sono coloro che trascorrono molto tempo seduti al computer, alla scrivania o alla guida di un autoveicolo.

Per preservare la salute della propria schiena si possono seguire alcune regole come per esempio:

  • Variare spesso la posizione: se si trascorre molto tempo seduti è importante alzarsi, fare pause frequenti e camminare, in questo modo si eviteranno irrigidimenti della colonna vertebrale che potrebbero essere la causa di acuti dolori lombari.
  • Distribuire i carichi su tutto il corpo evitando di sovraccaricare esclusivamente la schiena. Se si trascorre gran parte del proprio tempo alla scrivania, le sedie ergonomiche grazie alla loro seduta leggermente inclinata in avanti e al supporto per le ginocchia, permettono di distribuire in maniera equilibrata i diversi pesi.
  • Prestare attenzione alle poltrone che non non devono essere né troppo molli né troppo dure e devono ridurre le sollecitazioni sulla regione lombare per evitare di traumatizzare eccessivamente i dischi intervertebrali.
  • Adottare una postura perpendicolare alla scrivania in modo che la colonna vertebrale sia diritta e non subisca torsioni innaturali.
  • Appoggiare sempre i gomiti alla scrivania in modo da ridurre la pressione sui dischi vertebrali.

Il letto

Il letto non deve essere troppo basso, per non aumentare la difficoltà ad alzarsi e sdraiarsi. Evitare i materassi troppo duri, preferire quelli anatomici; chi si trova bene, può mettere sotto il materasso un asse di legno di circa 2 cm di spessore. Non dormire a “pancia in giù”, ma di fianco, evitando però la posizione fetale. Porre un cuscino tra le ginocchia.

Cammina così

Per distendere la colonna vertebrale, è utile, mentre si cammina, spingere la nuca verso l’alto, come se si volesse toccare con la stessa un punto posto quattro dita sopra il capo. Questo gavorisce un allungamento ideale della colonna ed evita irrigidimenti derivanti da posture sbagliate assunte da seduti.

Gemmoterapia e omeopatia: contro il dolore

  • L’artiglio del diavolo, aspirina naturale

Il suo nome botanico è Harpagophytum procumbens; è una pianta della famiglia delle Pedaliacee, dalla cui radice si ricava una tintura madre ricca di principi attivi che agiscono specificamente sull’apparato osteoarticolare con attività antidolorifica e antinfiammatoria. È utile in tutti i casi di dolore e rigidità articolare e artrosi.

Il suo nome è dovuto alla forma uncinata delle sue radici. Analogicamente esso viene utilizzato per i dolori pungenti, infiammatori delle estremità del corpo, in particolare per quelli localizzati alle gambe e alle dita dei piedi e delle mani.

POSOLOGIA: 40 gocce, da prendere 3 volte al giorno

  • Il trattamento di fondo

Colocynthis è uno dei rimedi omeopatici più utili ed efficaci per il trattamento di fondo dei dolori lombari.

Il Colocynthis è ricco di sostanze nutritive che generano benefici a tutto il corpo.

POSOLOGIA: 10 gocce 3 volte al giorno per 2 o 3 mesi sotto supervisione medica

Massaggio Aromatico

  • Olio di jojoa e camomilla

Massaggiare con uno sfiormaneto circolare le zone limitrofe a quella dove è localizzato il dolore utilizzando olio di jojoba e 4 gocce di olio di camomilla.

Pino e vite

  • Se il disturbo è cronico

Nelle forme di dorsalgia ad andamento cronico e recidivante, si consiglia un trattamento di fondo con i gemmoderivati di pino mugo (Pinus montana), indicati specialmente per le dorsalgie su una colonna affetta da artrosi, e di vite canadese (Ampelopsis veitchii) che è per eccellenza il rimedio contro i reumatismi infiammatori.

POSOLOGIA: 30 gocce di ciascun rimedio 3 volte al giorno per 3 mesi.

Le buone abitudini al volante

La posizione che si assume alla guida dell’automobile è una delle principali responsabili del primo insorgere dei disturbi alla schiena. In particolare è deleterio l’inarcamento a livello lombare, al quale si può ovviare ponendo un piccolo cuscino. Di tanto in tanto, appoggiare la nuca al poggiatesta e spingere indietro, per distendere la colonna. Non guidare mai per più di un’ora di seguito.

Le ossa costituiscono la struttura essenziale che ci sostiene e ci dà la forma

L’insieme delle ossa del nostro corpo costituisce la sua struttura di base. Nessuno, infatti, può essere “di più” del proprio scheletro: nessuna persona può essere più alta di quello che è, non può fare movimenti e sforzi che superano le capacità e le caratteristiche del suo apparato osteoarticolare.

Lo scheletro è dunque strettamente associato all’idea della propria identità, intesa come modo di essere e di muoversi nello spazio e nel tempo. Un’identità fatta di norme che sono al contempo risorse e limiti dell’agire. Per analogia, le ossa esprimono quindi le regole psichiche e morali, la cui funzione primaria è sostenerci dall’interno in modo invisibile ma concreto, proprio come le ossa fanno con l’intero organismo.

La durezza del tessuto osseo è simbolo del nostro solido “terreno interiore”, su cui possiamo fare affidamento nelle difficoltà del quotidiano e che, come scrive Carl Gustav Jung: «Ci sorregge anche quando più nulla di noi sembra sorreggerci», anche cioè quando ci sembra che le forze vengano completamente a mancare.

Tale aspetto assume una valenza ancora più profonda per la nostra psiche: nelle ossa infatti è depositato anche quel senso di irriducibilità dell’energia vitale di ognuno che le rende simbolo dell’essenza, dell’identità profonda che si dispiega nel tempo e che si traduce nella capacità di restare se stessi pur continuando a cambiare e di continuare a cambiare pur restando se stessi.

Le ossa sembrano statiche e sempre uguali, ma in realtà si rimodellano lentamente per tutto il corso della vita. La vitamina D sollecitata dai raggi solari che colpiscono la pelle, favorisce il deposito di calcio nelle ossa fortificando la struttura scheletrica.

Un problema alle ossa può evidenziare una conflittualità tra la propria natura più profonda e le istanze morali di riferimento come, ad esempio, possono essere i valori religiosi, quelli legati all’educazione o alla giustizia.

In questo caso la struttura ossea richiama valori e principi come il rispetto, la rettitudine, il rigore morale che rischiano di tradursi  in una mancanza di flessibilità nei confronti del costante mutare e divenire della vita. La frattura dell’osso rappresenta quindi il tentativo di forzare e modificare un atteggiamento mentale poco elastico e inadatto a tenere il passo con lo sviluppo complesso e a volte contraddittorio dell’esistenza.

L’osso sacro: la porta verso il mondo degli istinti

Come suggeriscono la sua collocazione nel corpo e le funzioni a cui partecipa, questo osso è legato a una dimensione molto profonda della persona.

• Esso costituisce la base della colonna vertebrale e su di esso si scarica tutto il peso della parte superiore del corpo, dalla testa al bacino.
Ciò richiama per analogia “le pendici del monte”, laddove, a livello simbolico, il monte è costituito, a salire, dall’insieme delle funzioni viscerali (l’addome), emotive (il torace), mentali, psichiche e spirituali (la testa).

• Alla sua valenza sacrale contribuisce anche la funzione del bacino nell’ambito della sessualità. L’osso sacro costituisce la parte posteriore delle pelvi, luogo simbolo dell’istintualità, che contiene una parte dei nervi deputati all’attività degli organi genitali, e, insieme alla muscolatura lombare e pelvica, partecipa da protagonista ai movimenti del coito, rappresentando il simbolo del vigore sessuale e della libertà espressiva della libido.

• Le patologie principali riguardanti questo osso sono dovute ad alterazioni dell’articolazione tra l’ultima vertebra lombare e la prima sacrale poiché questo punto partecipa a tutti i movimenti del bacino e scarica il 75% del peso del tronco in flessione.

Si tratta quindi di affezioni dovute a usura (come degenerazione o ernia discale) correlate a un eccesso di rigidità, di carico fisico ed esistenziale sull’osso oppure di sopportazione in cui prevalgono i temi legati al senso del dovere e all’inibizione sessuale.

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