I polsi e le mani: l’importanza delle articolazioni

I polsi: quando cedono di colpo

È solo verso gli otto anni di età che si completa l’ossificazione del polso, l’articolazione più evoluta, dal momento che proprio grazie al polso si dà piena possibilità di opporre il pollice alle altre dita, caratteristica esclusivamente umana.

Il polso è formato da due file di ossa che consentono la stabilità e la mobilità, due funzioni opposte. Lo spostamento che il polso riesce a sviluppare nello spazio circostante è completo, arriva a 360 gradi. Se la spalla orienta la forza del braccio e il gomito ne calibra la distanza, il polso consente alla mano di svolgere i movimenti più raffinati e precisi delle dita.

Come riconosciamo i sintomi?

Quando gesti semplici come digitare sulla tastiera, tenere un oggetto in mano con una presa salda diventano dolorosi e il polso si gonfia manifestando anche la comparsa di noduli sui tendini è segno che può essere in atto un’infiammazione della guaina tendinea.

Una fascia di protezione

Per ridurre il dolore e proteggere il polso, è opportuno mettere una fasciatura elastica poco stretta attorno al polso, come quella che usano gli sportivi e in particolare i tennisti. Nel caso di artrosi in fase più avanzata possono essere utili appositi tutori che sostengono l’articolazione e impediscono i “cedimenti”.

Omeopatia e macerati

Ledum palustre ed “edera del Giappone”

  • Se l’articolazione è gonfiaLedum palustre alla 7 CH è il rimedio omeopatico consigliato quando il polso è gonfio ma non surriscaldato. Muoverlo diventa molto doloroso e quindi si tende all’immobilità. Le applicazioni fredde danno giovamento. La notte è il momento peggiore perché il dolore si acutizza.

POSOLOGIA: 3 granuli 2 volte al giorno, fino a miglioramento.

  • Per combattere le deformazioni
    Utile in caso di intensa infiammazione, forte dolore e rapida evoluzione deformante, l’Ampelopsis weitchii, comunemente nota come “edera del Giappone“, combatte la deformazione articolare e la sclerosi dei legamenti. Efficace nell’artrosi, nelle forme artritiche e reumatiche.

POSOLOGIA: usa il macerato glicerico, da 30 a 50 gocce per volta, 2-3 al giorno, diluite in poca acqua.

Ecco 3 esercizi da eseguire e ripetere 3 volte al giorno, sempre senza sforzi eccessivi e dolorosi.

  • Distendere il braccio e impugnare i manici di una piccola borsa, caricata con 500 g di peso, col palmo della mano. Muovere le dita in tutte le direzioni per circa 30 secondi. Ripetere per 3 volte, almeno una volta al giorno. Dopo alcuni giorni, aumentare il carico della borsa fino ad arrivare a un massimo di un kg.
  • Impugnare un piccolo oggetto rotondo, come ad esempio una pallina da tennis, e farla ruotare con le dita su un piano, in tutte le direzioni. Ripetere la serie per 3 volte, almeno 2 volte al giorno. Dopo alcuni giorni impugnare un oggetto di volume e peso leggermente superiori per eseguire lo stesso esercizio.
  • Impugnare saldamente la mano sofferente e tirarla delicatamente e lentamente lungo l’asse dell’avambraccio per circa 5 secondi, in modo da operare una piccola trazione. Rilasciare sempre molto lentamente.

Mani: colpisce le dita e le deforma

Le articolazioni che permettono i movimenti delle mani sono molto delicate e sottoposte quotidianamente ad usura. La forma più frequente di artrosi alle mani colpisce le donne oltre i 65 anni e si manifesta con dei rigonfiamenti a livello dei noduli di Heberden che si trovano nell’ultima falange delle dita, quella vicina all’unghia. Si sviluppano inizialmente in modo graduale e di solito colpiscono un dito per volta.

Quando invece l’artrosi colpisce l’articolazione alla base delle dita, si formano i cosiddetti “noduli di Bouchard”. Il disturbo che colpisce l’articolazione collocata alla base del pollice si chiama rizoartrosi e si manifesta soprattutto nelle donne oltre i 50 anni. Il pollice colpito da rizoartrosi viene deformato, impedendo un corretto movimento di opposizione, e causando dolore quando si stringe la presa. Ciò rende difficile eseguire movimenti comuni, come girare la chiave o tenere un oggetto.

Come riconosciamo i sintomi?

I segnali più comuni sono: il dolore alle dita, rigidità, i rumori detti “scrosci” e la mobilità ridotta. Il dolore compare soprattutto al risveglio o dopo che le dita sono state ferme a lungo. I segni visibili sono le dita gonfie e i noduli sulle falangi, per il deformarsi dell’articolazione.

Ecco 3 esercizi da eseguire e ripetere, ognuno 3 volte, per 2 volte al giorno.

  • Aprire le mani tenendo i palmi rivolti verso di sé. Unire le dita e poi chiuderle a pugno.
  • Aprire le mani tenendo i palmi rivolti verso di sé. Chiudere e divaricare le dita.
  • Unire ripetutamente il pollice a ogni altro dito, facendo pressione, a formare un anello.

Essenze e omeopatia

Un bagno sfiammante e granuli analgesici

  • Ginepro, eucalipto, timo e rosmarino
    Diluire in 50ml di olio di mandorle dolci o di sesamo 2 gocce di ciascuna delle seguenti essenze: ginepro, eucalipto, timo, rosmarino.

POSOLOGIA: mettere il tutto in una bacinella di acqua tiepida e immergere la mano per 15 minuti, 2 volte al giorno.

  • Dulcamara per i dolori acuti
    Dulcamara 9 CH è consigliato quando il dolore compare all’improvviso, intenso e particolarmente insistente.

POSOLOGIA: 4 granuli 3 volte al giorno, fino a miglioramento.

  • Quando sono colpite le falangi
    Actea spicata 5 CH è specifica per i dolori alle articolazioni alla base delle dita. Polygonum aviculare, invece, è indicato per i dolori alle articolazioni finali delle dita.

POSOLOGIA: l’assunzione di 3 granuli di Actea spicata, 3 volte al dì, si può abbinare al Polygonum, 20 gocce, 3 volte al dì.

Articolazioni: simbolo della capacità di un movimento e di un’azione varia, libera e creativa.

Attraverso l’articolazione del gomito l’avambraccio fa un ampio movimento, senza poter superare i 180 gradi di estensione che rappresentano il suo limite. Se dovessimo bloccare questa possibilità, come nel caso di una frattura, sentiremmo subito una menomazione del nostro essere “nel mondo” che tende a limitare la nostra libertà d’azione.

Il rapporto tra dimensione fisica e psichica è consolidata e presente nella mente dell’uomo fin dai primi atti di vita e trova nelle articolazioni uno dei luoghi di maggior espressività psicosomatica. Come a livello fisico si possono fare tutti i movimenti desiderati all’interno delle “norme” imposte dalla struttura osteoarticolare, così a livello comportamentale siamo liberi di fare tutto ciò che vogliamo, ma all’interno di azioni che la nostra psiche è in grado di sostenere perchè conformi a determinati morali.

Le articolazioni dipendono sia dalle strutture ossee sia da quelle muscolari e proprio per questo motivo ereditano da entrambe le strutture i simboli associati al movimento e all’agire nella realtà. Le giunture del nostro corpo si configurano sia come punti di passaggio dell’energia che permette il movimento che come zone di transizione tra una stagione della vita e l’altra. Questo cambiamento è testimoniato dai classici dolori noti come “dolori del cambio di stagione” che colpiscono proprio le articolazioni.

Le articolazioni sono dunque un punto concreto di congiunzione tra opposti, in cui si realizza l’espressione autentica di sé. I problemi articolari hanno di solito come comune denominatore proprio una difficoltà a esprimersi in modo pratico e autentico e i dolori alle giunture segnalano la presenza di impedimenti nel nostro agire.

Il punto in cui si manifesta la sofferenza è molto importante per trovare una risposta adeguata: ad esempio una spalla che duole potrebbe dirci che è tempo di rivalutare la nostra disponibilità verso le richieste altrui, mentre un femore sofferente ci spinge a riconsiderare il modo e la velocità del nostro cammino nella vita.

Le forme della libertà psicofisica

Da questo concetto generale di libertà e di vincoli discendono:

• la plasticità mentale, la possibilità di cambiare forma e quindi di adattarsi, di assumere l’atteggiamento voluto o necessario;
• la fluidità d’azione, l’assenza di conflitti nell’agire e la scorre- volezza del pensiero;
• l’armonia fra le diverse parti della nostra vita interiore che do- vrebbero “articolarsi” fra loro in modo equilibrato e in sintonia;
• la capacità decisionale che non deve restare bloccata a metà strada.

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